ART. di Massimo Alfieri, PUBBLICATO sul “FINANZIERE”
Mensile di attualità, cultura e informazione professionale della Guardia di Finanza, fondato nel 1886.
L’obiettivo di tutti noi è di mantenerci in buona salute fisica e psicologica.
Troppo spesso però, alimentandoci in modo incontrollato, non bevendo sufficientemente, non praticando attività motoria e eccedendo a volte in alcool e fumo, mettiamo a dura prova il nostro organismo.
Queste abitudini negative incidono sulla capacità del corpo di mantenere costanti le condizioni chimico-fisiche interne (omeostasi organica) necessarie ad espletare in modo efficace le funzioni vitali.
Il corpo umano, alla ricerca continua di una sua armonia funzionale, mette in campo tutte le risorse a sua disposizione per poter tamponare questi eccessi, a volte anche prelevando minerali importanti a diverse strutture, quali ossa e denti, velocizzando il loro deterioramento come nell’osteoporosi e nella carie.
Esempio, il mantenimento di uno stabile e giusto rapporto acido-base è una componente vitale dell’omeostasi di diversi tessuti corporei. Difatti, ogni qualvolta il valore del pH esce da questo range (7,35-7,45), viene ripristinato l’equilibrio fisiologico.
Per determinare se un alimento è acido o alcalino si esaminano i residui dopo la sua digestione. Se i minerali alcalini (calcio, potassio, sodio e magnesio), predominano sui minerali acidi (cloro, azoto, zolfo e fosforo), quell’alimento sarà classificato come alcalino o viceversa.
Ad esempio, i cibi raffinati sono in massima parte acidificanti e producono scorie residue che si accumulano nel nostro organismo e ledono poco a poco gli organi del corpo.
Quando il PH (scala di misura dell’acidità o della basicità di una soluzione) è < 7 la soluzione è considerata acida, > a 7 è basica; se = a 7 è considerata neutra.
L’equilibrio acido-base, recentemente è stato oggetto di numerose pubblicazioni su riviste internazionali come The American Journal of Clinical Nutrition, il Journal of Biological Chemistry, ecc, una testimonianza importante in campo nutrizionale per approfondire i diversi meccanismi che causano malattie legate a questo squilibrio.
Nel nostro sangue esistono tre sistemi tampone che permettono di mantenere il pH del sangue attorno alla neutralità,
- i tamponi chimici, in caso di aumento delle scorie acide (cioè che gli ioni idrogeno [H+] aumentino), il corpo si attiva per mantenere lo stato di equilibrio, con delle reazioni biochimiche tampone, formando alla fine più acqua e anidride carbonica, eliminata dai polmoni e dai reni.
- il metabolismo dei reni, in grado di espellere ioni idrogeno [H+] nelle urine. Questo tampone ha un’azione lenta.
- la respirazione, è il meccanismo tampone più veloce. Ad un aumento degli ioni idrogeno corrisponde un aumento della frequenza degli atti respiratori, allo scopo di espellere più anidride carbonica e ripristinare l’equilibrio del pH. Quindi se il sangue tende ad acidificarsi, aumenta come reazione la frequenza respiratoria. Si consiglia la respirazione coordinata e consapevole del metodo di Ginnastica Posturale Sensoriale (G.P.S.), perché permette un veloce ripristino dell’equilibrio acido-base.
Una variazione del pH sia in basso che in alto causerebbe gravi squilibri ai processi biochimici in tutto l’organismo.
Le persone che conducono uno stile di vita sregolato, comportando un eccesso di lavoro da parte dell’organismo nel tamponare il rischio di acidosi metabolica (rarissima), rischiano comunque, quando il sangue non è più in grado di espellere tutte le scorie metaboliche acide in eccesso, che le stesse vengano convogliate in alcuni tessuti in attesa di neutralizzazione. Lo smaltimento successivo, compiuto mobilitando alcune sostanze alcaline e vari sali minerali da alcuni tessuti, comporta diverse alterazioni organiche.
Ad esempio, gli organi emuntori (reni, pelle, ecc.) vengono sottoposti ad un super lavoro nel tentativo di eliminare gli acidi pericolosi ed i minerali in eccesso. Queste sostanze corrosive possono creare i presupposti per vari disturbi come problemi della pelle, infezioni microbiche, infiammazioni e calcoli.
Le cattive abitudini di vita, dunque, possono determinare una degenerazione cellulare. Tra le cause esogene dell’acidosi metabolica troviamo:
- Troppi cibi acidificanti (eccesso di prodotti raffinati e carnei)
- Insufficiente apporto di liquidi (assunzione inferiore a 1,5 litri di acqua )
- Alimentazione povera di frutta e verdura
- Assenza di attività motoria o eccessivo sport
- Stress
- Abuso di farmaci e fumo
Ancora una volta è l’alimentazione che può aiutarci a normalizzare l’equilibrio acido-base, cercando di assumere in quantità superiori gli alimenti basici come la verdura e quasi la totalità di frutta (fig. 4), che assolvono alla funzione tampone evitando che il corpo si privi di preziosi minerali, come calcio e magnesio, per riequilibrare il sistema.
La natura ci mette sempre a disposizione i mezzi per vivere bene, siamo noi che trascuriamo ciò che realmente può aiutarci.
CONSIGLI UTILI
la scelta dell’ACQUA
In questo processo di smaltimento di acidi, un ruolo fondamentale lo gioca l’apporto di acqua. Per questo è importante saper scegliere quale bere.
L’acqua , che costituisce circa il 60% del peso corporeo di un adulto, interviene in tutte le reazioni chimiche che si svolgono all’interno del nostro organismo e serve a mantenere sani i nostri organi. Possiamo dire che “ogni cellula dell’organismo è acqua dipendente”.
Tutta l’acqua in commercio è batteriologicamente pura, ma presenta caratteristiche organolettiche, fisiche, chimiche e biologiche diverse, quindi è importante saper leggere le etichette.
I valori da tenere maggiormente in considerazione sono:
1) Il residuo fisso: che rappresenta la quantità di sali minerali.
Un’acqua è definita leggera, se il residuo fisso e’ inferiore a 50 mg per ogni litro d’acqua, e’ adatta a chi soffre di calcoli renali; oligominerale, se il residuo fisso e’ compreso tra 50 e 500 mg per ogni litro d’acqua, ha proprietà diuretiche; minerale, se il residuo fisso e’ compreso tra 500 e 1500 mg per ogni litro d’acqua, contenendo una maggiore quantità di sali minerali l’eccesso potrebbe affaticare i reni.
2) La durezza: indica la quantità di calcio e magnesio contenuti nell’acqua; è consigliabile scegliere le acque con una durezza inferiore a 30°F, limite sotto il quale l’acqua e’ definita dolce (cioè con poco calcare) secondo le norme comunitarie, un requisito da ricercare specialmente se si soffre di problemi a livello renale; un’acqua dura (ricche di calcio) potrebbe essere indicata per chi soffre di osteoporosi;
3) il PH: indica il grado di acidita’; un’acqua leggermente acida può aiutare la digestione , mentre una lievemente alcalina potrebbe contrastare l’acidita’ di stomaco;
4) i nitrati ed i nitriti: sono un indicatore dell’inquinamento del terreno, pericolosi per la salute e quindi da evitare; purtroppo e’ difficile trovare una acqua priva di nitrati; nelle acque minerali il valore consentito, secondo la Sanità, e’ di 45 mg. per litro, ridotto a 10 mg. per quelle destinate all’infanzia.
“DIVENTIAMO I PROTAGONISTI DELLA NOSTRA SALUTE”
ART. PUBBLICATO sul “FINANZIERE”
Mensile di attualità, cultura e informazione professionale della Guardia di Finanza, fondato nel 1886.
L’obiettivo
di tutti noi è di mantenerci in buona salute fisica e psicologica.
Troppo spesso però, alimentandoci in modo incontrollato, non bevendo sufficientemente, non praticando attività motoria e eccedendo a volte in alcool e fumo, mettiamo a dura prova il nostro organismo.
Queste abitudini negative incidono sulla capacità del corpo di mantenere costanti le condizioni chimico-fisiche interne (omeostasi organica) necessarie ad espletare in modo efficace le funzioni vitali.
Il corpo umano, alla ricerca continua di una sua armonia funzionale, mette in campo tutte le risorse a sua disposizione per poter tamponare questi eccessi, a volte anche prelevando minerali importanti a diverse strutture, quali ossa e denti, velocizzando il loro deterioramento come nell’osteoporosi e nella carie.
Esempio, il mantenimento di uno stabile e giusto rapporto acido-base è una componente vitale dell’omeostasi di diversi tessuti corporei.
Per determinare se un alimento è acido o alcalino si esaminano i residui dopo la sua digestione. Se i minerali alcalini (calcio, potassio, sodio e magnesio), predominano sui minerali acidi (cloro, azoto, zolfo e fosforo), quell’alimento sarà classificato come alcalino o viceversa.
Ad esempio, i cibi raffinati sono in massima parte acidificanti e producono scorie residue che si accumulano nel nostro organismo e ledono poco a poco gli organi del corpo.
Quando
il PH (scala
di misura dell’acidità o della basicità di una soluzione)
è < 7 la
soluzione è considerata acida, > a 7 è basica; se = a 7 è
considerata neutra.
L’equilibrio
acido-base, recentemente è stato oggetto di numerose pubblicazioni
su riviste internazionali come The
American Journal of Clinical Nutrition,
il Journal
of Biological Chemistry,
ecc, una testimonianza importante in campo nutrizionale per
approfondire i diversi meccanismi che causano malattie legate a
questo squilibrio.
Nel nostro sangue esistono sistemi tampone che permettono di mantenere il pH del sangue attorno alla neutralità dopo l’assunzione dei cibi. Una variazione del pH sia in basso che in alto causerebbe gravi squilibri ai processi biochimici in tutto l’organismo. L’acidosi insorge quando il sangue non è in grado di espellere le scorie metaboliche acide in eccesso, le quali vengono convogliate in alcuni tessuti in attesa di neutralizzazione.
Lo smaltimento viene compiuto mobilitando alcune sostanze alcaline e vari sali minerali, entrambi prelevati dalle riserve proprie dell’organismo.
Anche gli organi emuntori (reni, pelle, ecc.) vengono sottoposti ad un super lavoro nel tentativo di eliminare gli acidi pericolosi ed i minerali in eccesso. Queste sostanze corrosive possono creare i presupposti per vari disturbi come problemi della pelle, infezioni microbiche, infiammazioni e calcoli.
Le cattive abitudini di vita, dunque, possono determinare una degenerazione cellulare. Tra le cause esogene dell’acidosi metabolica troviamo:
- Troppi cibi acidificanti (eccesso di prodotti raffinati e carnei)
- Insufficiente apporto di liquidi (assunzione inferiore a 1,5 litri di acqua )
- Alimentazione povera di frutta e verdura
- Assenza di attività motoria o eccessivo sport
- Stress
- Abuso di farmaci e fumo
Ancora una volta è l’alimentazione che può aiutarci a normalizzare l’equilibrio acido-base, cercando di assumere in quantità superiori gli alimenti basici come la verdura e quasi la totalità di frutta (fig. 4), che assolvono alla funzione tampone evitando che il corpo si privi di preziosi minerali, come calcio e magnesio, per riequilibrare il sistema.
La natura ci mette sempre a disposizione i mezzi per vivere bene, siamo noi che trascuriamo ciò che realmente può aiutarci.
CONSIGLI UTILI
la scelta dell’ ACQUA
In questo processo di smaltimento di acidi, un ruolo fondamentale lo gioca l’apporto di acqua. Per questo è importante saper scegliere quale bere.
L’acqua , che costituisce circa il 60% del peso corporeo di un adulto, interviene in tutte le reazioni chimiche che si svolgono all’interno del nostro organismo e serve a mantenere sani i nostri organi. Possiamo dire che “ogni cellula dell’organismo è acqua dipendente”.
Tutta l’acqua in commercio è batteriologicamente pura, ma presenta caratteristiche organolettiche, fisiche, chimiche e biologiche diverse, quindi è importante saper leggere le etichette.
I valori da tenere maggiormente in considerazione sono:
1) Il residuo fisso: che rappresenta la quantità di sali minerali.
Un’acqua è definita leggera, se il residuo fisso e’ inferiore a 50 mg per ogni litro d’acqua, e’ adatta a chi soffre di calcoli renali; oligominerale, se il residuo fisso e’ compreso tra 50 e 500 mg per ogni litro d’acqua, ha proprietà diuretiche; minerale, se il residuo fisso e’ compreso tra 500 e 1500 mg per ogni litro d’acqua, contenendo una maggiore quantità di sali minerali l’eccesso potrebbe affaticare i reni.
2) La durezza: indica la quantità di calcio e magnesio contenuti nell’acqua; è consigliabile scegliere le acque con una durezza inferiore a 30°F, limite sotto il quale l’acqua e’ definita dolce (cioè con poco calcare) secondo le norme comunitarie, un requisito da ricercare specialmente se si soffre di problemi a livello renale; un’acqua dura (ricche di calcio) potrebbe essere indicata per chi soffre di osteoporosi;
3) il PH:
indica il grado di acidita’; un’acqua leggermente acida può
aiutare la digestione , mentre una lievemente alcalina potrebbe
contrastare l’acidita’ di stomaco;
4) i nitrati ed i nitriti:
sono un indicatore dell’inquinamento del terreno, pericolosi per
la salute e quindi da evitare; purtroppo e’ difficile trovare una
acqua priva di nitrati; nelle acque minerali il valore consentito,
secondo la Sanità, e’ di 45 mg. per litro, ridotto a 10 mg. per
quelle destinate all’infanzia.
“DIVENTIAMO I PROTAGONISTI DELLA NOSTRA SALUTE”
—
Dott. Massimo Alfieri
392 4838289